La poderosa settecentesca Porta Pia, un tempo ingresso al porto e alla città, è l’occasione per Ericailcane di realizzare una delle sue più belle istallazioni tra le tante che ha già disseminato per il mondo.
Rovina, questo il nome del lavoro, fin dal titolo ben si addice all’opera creata dell’artista di fama mondiale, che con la sua arte restituisce vita ad uno spazio abbandonato e colpevolmente lasciato all’incuria, malgrado l’importanza architettonica e monumentale della struttura.
MAC compie in questo caso un’operazione da manuale, dimostrando di essere in grado di declinare il concetto di Arte Pubblica e restyling urbano, utilizzando la forza dell’Arte per restituire dignità ad un manufatto degradato ma di grande valenza architettonica. Ericailcane, che secondo l’Istituto di Cultura Italiana di Chicago
“appartiene a quella generazione europea di nuovi artisti di strada che hanno rivoluzionato il modo di concepire lo spazio pubblico”, sviluppa il suo racconto visionario avvolgendo dall’interno l’intera struttura (più di 700 mq!) con i suoi disegni e le sue sculture, reinterpretando totalmente lo spazio tridimensionale del fabbricato. Come in un vortice, si è risucchiati attraverso un’allucinata storia onirica: piano dopo piano, salendo scale, percorrendo stanze e corridoi, letteralmente circondati da pesci giganti, ed enormi roditori che dai muri ci accompagnano nella salita. Come nei castelli incantati dei lunapark si fanno strani incontri: mantidi sacerdoti, orsi carnefici, e una grande pecora giudice con la sua cattedra piena di sentenze, i cui fogli, dalle pareti, finiscono per riempire materialmente il pavimento della stanza che la ospita. Fino ad arrivare all’ultimo piano, dove il pupazzo di un coniglio suicida antropomorfo, sul bordo di una passerella sospesa nel vuoto, sta per gettarsi dalla vertiginosa tromba delle scale, e una scritta luminosa a caratteri cubitali, ROVINA, sovrasta uno strano trespolo/trono dove, beatamente seduto, sta il fantoccio di una scimmia. Da qui il racconto di una strana fiaba, scritta con una calligrafia infantile, si distende sulle pareti lungo tutta la discesa, fino all’incontro con un altro coniglio umanizzato che ci aspetta sotto un luminoso faro marittimo: un essere semplice e solitario viene prima riconosciuto e acclamato dalla sua comunità, ma invidia e ambizione lo condanneranno a morte, decretandone la Rovina appunto.